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L’anno
che verrà Uno dei più complessi e
difficile della storia della Repubblica italiana di
Corrado De Rinaldis Saponaro Per
l’anno che verrà voglio, innanzitutto, formulare agli amici repubblicani gli
auguri affinché il 2017 sia per loro e le loro famiglie portatore di un
miglioramento rispetto al 2016. Nel 2016 il Consiglio nazionale mi ha
chiamato insieme ad altri amici a svolgere il compito di coordinatore
politico nazionale e io sono conscio che le mie qualità politiche sono, anni
luce, inferiori a coloro che nel passato hanno ricoperto tale incarico.
Inoltre tale limitata capacità è aggravata dal fatto che impegnato nel
seguire quotidianamente le aziende che fanno capo alla mia famiglia, il tempo
che dedico al mio ruolo politico è molto ridotto. Tutto ciò che ho fatto è
merito dei miei compagni di coordinamento Paolo Morelli e Salvatore Piro, uomini che hanno a cuore il partito e con i quali
ogni decisione è stata presa unanimemente discutendo per un tempo di un nano
minuto. Tutti voi leggete la nota politica che appare ogni giorno sul sito
del partito, sappiate che è possibile grazie alla preziosa collaborazione che
mi da Riccardo Bruno, che ringrazio per il supporto affettuoso e
intelligente. Ringrazio gli amici che hanno attivato i forum repubblicani,
dove si sviluppa un confronto a volte costruttivo e altre meno, ma i forum,
si sa, sono fatti così. Permettetemi di ringraziare Claudio Chiocchiarello per la sua attività frenetica che svolge
di informazione agli amici repubblicani. Ringrazio gli amici che hanno
raccolto l’invito del comitato politico a rientrare nel partito e lo hanno
fatto. Mi permettano i critici ad oltranza che spero nel 2017 siano più
costruttivi nelle loro proposte, se oggi, il Pri ancora esiste sul territorio
nazionale lo dobbiamo all’impegno profuso da Francesco Nucara, Saverio Collura, dai consiglieri nazionali, dai segretari
regionali, dai segretari di sezione, dagli iscritti e da coloro che
presentano le liste dell’Edera, a tutti loro va il ringraziamento del
Comitato e mio. Il 2016 si chiude con le città italiane ed europee blindate
per timori di attentati come quello tragico avvenuto a Berlino. La grande
paura del terrorismo non è stata ancora vinta e resterà protagonista del
nuovo anno, sempre che l’Europa non si convinca che non paga giocare di
rimessa e che l’Isis va colpita direttamente e
verticalmente dove si trova il suo centro di comando, mentre inseguire i suoi
demonietti sparsi sul nostro continente non è
sufficiente. Sul versante della politica dell’accoglienza sarà necessario
alzare la guardia e avere delle politiche più rigorose, non è possibile che
un immigrato carcerato in Italia ed espulso con un foglio di via si ritrovi
in Germania. Lo slogan del nostro ultimo congresso nazionale, "l’Alta
politica", che abbiamo già proposto al nostro Paese, lo raccomandiamo
anche al resto del continente europeo. Il
partito repubblicano ha sempre saputo guardare alle questioni internazionali
come ad un presupposto per le scelte da compiere nelle politiche interne. Le
relazioni che correvano fra le principali aree del mondo, conclusa la guerra
fredda, sono diventate molto più complesse da interpretare e mutano
velocemente, aggregando interessi fino a poco tempo prima divergenti. Parte
delle nostre convinzioni sono state messe in discussione. L’uscita
dell’Inghilterra dall’Unione europea rappresenta una questione politica
dirimente. Cos’è l’Europa senza l’Inghilterra e per quale ragione l’Italia
dovrebbe stendere un piano comune con l’Ungheria e la Lituania, piuttosto che
con l’Inghilterra? Il 2017 affronterà quale evoluzione avrà l’Unione europea
rispetto a quello che era per noi un ruolo scontato. Se l’Italia può avere
dei dubbi nei confronti delle politiche che l’Unione potrà scegliere,
pensiamo quale potrà essere il punto di vista dei membri dell’Unione nei
confronti dell’Italia. Pensate solo a quello che scrive proprio in questi
giorni la “Frankfurter Allgemeine
Zeitung”, quando si chiede cosa avverrebbe se alla
luce della soluzione prospettata per il Montie dei
Paschi si dovessero accodare Popolare di Vicenza, Veneto Banca ed altre. Per
non parlare dell’opinione espressa sulla maggior parte dei politici italiani
ritenuti indifferenti di fronte allo sperpero di denaro pubblico. Il
2017 dal terrorismo, alla crisi dell’Europa, alla situazione italiana di
mancanza di sviluppo e di forte divaricazione fra nord e sud, presenta tutti
gli elementi perché si possa consumare un big bang devastante. L’Italia, con
un nuovo governo più debole di quello che lo ha preceduto, potrebbe dover
votare già ad aprile e si annuncia la data, senza nemmeno sapere quale sarà
la legge elettorale. Tale lo stato di confusione, che il Paese non ha più
nemmeno un sistema elettorale sicuro e comprovato in cui confidare.
All’Italia ed al popolo italiano non mancano intelligenze e capacità per
affrontare scenari difficili. Lo abbiamo dimostrato ampliamente nel passato.
Bisogna però rinforzare tutti gli strumenti di cui disponiamo per difendere
la nostra vita democratica e la nostra capacità di sviluppo e di benessere.
Quest'ultimo negli anni è stato contrassegnato da un ascensore sociale grazie
a cui i figli hanno potuto raggiungere posizioni economiche e sociali
migliori dei padri. Un ascensore sociale che nel nostro paese si è fermato da
almeno undici anni. La Repubblica ha potuto contare dall’immediato secondo
dopoguerra su uno strumento intelligente, quale è stato il partito repubblicano
capace di raccogliere la simpatia ed il consenso della borghesia produttiva,
dei quadri intermedi, dei sindacalisti che sognavano un paese moderno, e dei
giovani professionisti che erano interessati a migliorare la società per se
stessi e per i propri figli. Ecco perché dobbiamo proporre nel 2017 un patto
federativo repubblicano nel quale si riconoscano donne e uomini che hanno a
cuore le sorti del nostro Paese facendo prevalere gli interessi generali
sulle forti spinte corporativistiche. Sarà questa la vera novità del prossimo
anno? Roma, 30
dicembre 2016 |
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